“Abbiamo un obiettivo ambizioso, rifornire di ‘carburante verde’, biometano e bioetanolo avanzato, tutte le compagnie petrolifere al fine di decarbonizzare i combustibili fossili. Un contributo che consentirebbe di abbattere notevolmente le emissioni di CO2 e raggiungere, entro il 2050 l’abbattimento del 90 per cento delle emissioni così come indicato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen”. Con queste parole Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil è intervenuto all’incontro dal titolo “La sostenibilità della filiera distillatoria”, svoltosi questa mattina, venerdì 17 settembre, a Roma nell’Aula dei Gruppi Parlamentari.

A introdurre l’evento, moderato da Marco Frittella, giornalista RAI, è stato Filippo Gallinella, presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei deputati. L’iniziativa ha avuto al centro il lavoro del settore distillatorio che da anni promuove e attua progetti e iniziative sostenibili,  un esempio di circolarità. Tanti gli interlocutori che sono intervenuti durante il dibattito. Il primo è stato Flavio Santoro, responsabile Lifegate Roma che ha descritto i dati riportati nel primo Report di sostenibilità di AssoDistil, in cui si riassume il grande lavoro della filiera distillatoria. Il dibattito si è poi spostato sul tema delle bioenergie, settore sempre più in crescita in cui le distillerie hanno trovato un impiego importante ottenendo un’energia totalmente ‘green’. A introdurre il tema è stato Antonio Emaldi, presidente AssoDistil, a seguire Carlo Dalmonte, presidente del Gruppo Caviro e Sergio Lombardini, biotech director Eni Versalis.

“Quella della sostenibilità – ha sottolineato Gallinella – è una sfida importante e comune a tutti i Paesi. La sfida è tenerla insieme con la sostenibilità economica e sociale. La filiera della distillazione è un modello dell’economica circolare, perché valorizza i sottoprodotti, produce energie pulite costituendo un’eccellenze del Made in Italy. L’incontro di questa mattina anticipa in parte il G20 che proprio oggi si è aperto a Firenze. L’agroalimentare costituirà una sfida importante per il Paese, dal momento che grande parte del PNRR sarà destinato alla formazione di progetti sostenibili e circolari. In questa sfida l’Italia si pone tra le prime nazioni europee ad attuare progetti virtuosi, rappresentando un vero e proprio modello sostenibile”.

“Da tempo – dichiara Emaldi –  il nostro settore lavora per essere sempre meno impattante dal punto di vista ambientale, siamo un modello di circolarità e sostenibilità ambientale. I nostri obiettivi sono ambizioni perché puntiamo a rifornire di ‘carburante verde’, il biometano e bioetanolo avanzato tutte le compagnie petrolifere al fine di decarbonizzare quelli che sono i combustibili fossili, quindi abbattere notevolmente le emissioni di CO2 così come indicato dall’UE come road map per raggiungere l’obiettivo dell’abbattimento del 90 per cento della emissione nei trasporti al 2050. Cosa chiediamo e cosa auspichiamo per il futuro? Il settore chiede politiche di sostegno agli investimenti in bioraffinerie avanzate, per produrre bioetanolo avanzato e bioprodotti nella logica dell’economia circolare e per creare nuovi posti di lavoro.  È fondamentale, poi, il sostegno alle produzione di biomasse per fini energetici. Poi abbiamo obiettivi di miscelazione/benzina etanolo certi e crescenti, accise sui carburanti commisurate al reale risparmio di emissioni introduzioni immediata dello standard E10 europeo per le miscele benzina/etanolo”.

“Caviro – spiega Carlo Dalmonte, presidente Gruppo Caviro – è la prima azienda per volumi di vino prodotto del nostro Paese: la più grande Cantina d’Italia, con la missione prevalente di valorizzare le uve dei propri soci sui mercati nazionali e internazionali. La vocazione iniziale del ritiro di sottoprodotti della vinificazione non è però sopita, ma anzi, si è evoluta e ampliata negli anni. Alla filiera del vino si sono affiancate altre importanti filiere del comparto agroalimentare regionale e nazionale, oltre ad essersi aggiunti, in tempi più recenti e grazie all’accordo con il Gruppo Hera, sfalci e potature del territorio, per un totale complessivo di ben 555.000 tonnellate annue di scarti in entrata, a fronte delle quali il riutilizzo e recupero è pressoché totale, raggiungendo una quota superiore al 99%. Il frutto dell’impegno nell’attività di recupero e valorizzazione degli scarti delle citate filiere è la produzione di prodotti nobili, da ritornare al mercato come materia prima, ma anche di energia elettrica e termica e biocarburanti. ‘Dal Grappolo al Campo’ è un modello funzionale di circolarità completa”.

“Versalis (Eni) – commenta Lombardini – sta sviluppando una piattaforma tecnologica che utilizza biomasse solide residuali, minimizzando l’impatto agronomico, al fine di produrre, con un processo esclusivamente fisico e biochimico, il bio etanolo di seconda generazione (definito advanced). Tale processo passa attraverso la produzione di zuccheri di seconda generazione, prodotti attraverso enzimi, che poi fermentano a bio etanolo. Versalis ambisce in futuro ad utilizzare questi zuccheri anche per la produzione di biochemicals per valorizzare la materia e non solo il suo contenuto energetico. Questo rende la tecnologia implementata a Crescentino (VC) rilevante per la sua trasversalità ed elevato profilo di sostenibilità”.